di Federica Sala
Articolo realizzato dalla dr.ssa Valeria ChiodarelliIntroduzione al temaIl programma europeo LIFE è lo strumento di riferimento a livello europeo per i temi riguardanti la tutela ambientale e il ...
LeggiCollaborazione e rinnovamento energetico
La transizione verde e la rigenerazione urbana sono le due sfide del momento.
Dal Green Deal Europeo, REPowerEU, Agenda 2030 fino al Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima sono molteplitici i programmi europei e nazionali finalizzati a contrastare i cambiamenti climatici e le emissioni climalteranti, con un’attenzione prioritaria alla promozione delle fonti di energia “pulita” da rinnovabili, per favorire un uso più attento ed efficiente delle risorse e l’indipendenza energetica. Obiettivi da raggiungere attraverso la diffusione di modelli innovativi e intelligenti, come le smart grid e la produzione di energia a KM zero.
La Comunità Europea, attraverso il PNRR (Missione 2), ha messo a disposizione dell’Italia 2,2 mld di euro per le Comunità Energetiche Rinnovabili , risorse importanti che dovranno essere utilizzate entro il 2026.
Ai fondi PNRR, si aggiungono quelli del FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) della nuova programmazione comunitaria 2021-2027, pari a circa 4 mld, oltre agli incentivi Statali erogati tramite il GSE a seguito del Decreto Milleproroghe 162/2019, con il quale sono state introdotte anche nel nostro Paese le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Una Comunità Energetica Rinnovabile è un’organizzazione composta da cittadini, enti locali, imprese di piccole e medie dimensioni : realtà diverse che si alleano, in forma libera e su base volontaria, per dotarsi di impianti destinati a produrre energia da fonti rinnovabili (in prevalenza il fotovoltaico), al fine di garantire il fabbisogno energetico di tutti i partecipanti. Si tratta di una formula di produzione - gestione dell’energia “dal basso”, in cui i componenti della Comunità Energetica si emancipano dal ruolo di semplici consumatori passivi, per diventare al contempo anche produttori di energia.
Le Cer hanno un’impronta tipica delle organizzazioni no profit: le forme più comunemente utilizzate, sono quelle dell’associazione non riconosciuta o della cooperativa. L’obiettivo principale, secondo la normativa, non è quello di realizzare profitti economici e finanziari, ma di produrre energia pulita, far risparmiare i consumatori e favorire un modello di produzione e autoconsumo di energia a chilometro zero , in linea con lo scopo stesso della Comunità Energetica.
Un modello innovativo che contribuisce al raggiungimento di obiettivi energetici e climatici, ma che porta con sé importanti impatti anche in termini sociali.
Una volta composta l’aggregazione di soggetti e costituita l’entità legale, la CER procede con l’individuazione dell’area di installazione dell’impianto per la produzione di energia.
La scelta del sito è molto importante, poiché esso deve trovarsi in prossimità dei consumatori finali , ovvero nello stesso quartiere o distretto.
L’impianto può essere messo a disposizione anche da uno dei membri partecipanti, o da un soggetto terzo, e non è necessario che sia di proprietà della stessa comunità. Per questo motivo è spesso definita una convenzione con Comuni, che generalmente sostengono le iniziali spese di investimento per la realizzazione dell’impianto.
Una volta che l’impianto è in esercizio, e la comunità ha raggiunto l’ottimale equilibrio tra l’energia prodotta e quella utilizzata dai membri all’interno della singola comunità energetica, si possono richiedere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa erogati dal Gestore Servizi Energetici (GSE). L’energia prodotta eccedente rispetto a quella auto-consumata dalla Comunità Energetica, potrà essere immagazzinata in batterie (accumuli) o immessa in rete. In questo secondo caso, viene riconosciuto alla comunità il valore economico dell’energia, che viene ripartito tra i membri della comunità, secondo quanto definito tra i soci.
In sostanza, ogni membro della comunità continua a pagare per intero la bolletta al proprio fornitore di energia elettrica, ricevendo però periodicamente dalla propria comunità un importo non tassato derivante dalla condivisione dei benefici comunitari , che equivale, di fatto a una riduzione della bolletta.
Siamo convinti che le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentino un’occasione prioritaria per rilanciare l’economia dei territori , promuovere l’indipendenza energetica e favorire un futuro più sostenibile, equo, verde e inclusivo.
Si tratta di obiettivi altamente sfidanti, rispetto ai quali la possibilità di disporre di adeguate conoscenze e competenze tecniche può fare la differenza.
Per questo, con Fast Zero ti guidiamo verso un futuro più sostenibile: accompagnamo le comunità e i territori in percorsi di sviluppo economico-sociale e d’innovazione, che vedano coinvolti i comuni, i cittadini e le imprese impegnati nel raggiungere un obiettivo condiviso di crescita, attraverso il modello delle comunità energetiche rinnovabili. Un modello dove la produzione, lo scambio e il consumo di elettricità da fonti rinnovabili rappresenta un bene comune e collettivo, che valorizza il contributo di ogni singolo partecipante.
Lo facciamo attraverso attività di divulgazione, formazione, progettazione partecipata, networking con l’obiettivo di semplificare, amplificare e accelerare la transizione energetica per le aziende, la PA e i cittadini verso l’ideazione di progetti innovativi e sostenibili, che mettano al centro la produzione condivisa di energia da fonti rinnovabili.
In sostanza, ogni membro della comunità continua a pagare per intero la bolletta al proprio fornitore di energia elettrica, ricevendo però periodicamente dalla propria comunità un importo non tassato derivante dalla condivisione dei benefici comunitari, che equivale, di fatto a una riduzione della bolletta.
Tutti i documenti e i contenuti necessari per comprendere al meglio i benefici e le opportunità previste per le Comunità Energetiche Rinnovabili
Una sessione introduttiva in cui ti potrai avere tutte le informazioni necessarie per orientarti tra la normativa e le opportunità previste dai bandi.
La possibilità di richiedere ai nostri esperti informazioni e chiarimenti, per avere tutte le risposte che cerchi e iniziare a lavorare sul tuo progetto.
Gli enti locali, e in particolare i comuni, guardano con interesse alle possibilità offerte dalla produzione condivisa di energia rinnovabile sul territorio, in quanto possono svolgere un ruolo di agevolatori e di promotori per la costituzione di future comunità energetiche a livello locale , facendo leva sugli incentivi previsti dal GSE, sulle risorse del PNRR e sui contributi della nuova programmazione UE (2021-2027) per la transizione energetica .
I comuni, grazie ai contributi pubblici previsti, possono infatti sostenere le spese di investimento iniziali , per la realizzazione dell’impianto, con la possibilità di convenzionare i privati e le imprese che sceglieranno di aderire alla Comunità Energetica. Importante sottolineare anche il fatto che i Comuni hanno anche la facoltà di facilitare la realizzazione degli impianti da fonti rinnovabili sul territorio, in coerenza con gli strumenti di pianificazione territoriale.
I comuni attraverso una Comunità Energetica possono produrre e autoconsumare energia generata da un impianto a fonte rinnovabile, condividendo l’energia in eccesso con i membri della comunità, quali cittadini, imprese ed enti del terzo settore. Questo sistema costituisce una grande risorsa per garantire benefici sociali, ambientali ed economici: non si tratta solo di generare un risparmio in termini di costi nelle bollette, ma di valorizzare l’economia del proprio territorio , attuando politiche di tipo sociale per l’abbattimento della povertà energetica a favore dei cittadini in difficoltà.
L’incentivo del Gse può essere utilizzato dai Comuni per finanziare servizi che oggi faticano a essere sostenuti , ad esempio all’assistenza agli anziani o al trasporto scolastico, oppure come bonus per le ricariche delle auto elettriche.
Le imprese possono avere un ruolo fondamentale nel processo verso la transizione energetica : se da un lato alcune realtà, ad esempio nei settori industriali, risultano energivore – con evidenti problemi di gestione dei costi – dall’altro spesso si tratta di soggetti che hanno a disposizione superfici (come le coperture di capannoni o dei posteggi) che possono essere destinate all’ alloggiamento degli impianti da fonte rinnovabile, come il fotovoltaico .
Da qui l’occasione e il vantaggio per le imprese del territorio di entrare a far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile.
In questo caso, le comunità energetiche rinnovabili sono associazioni tra imprese, del settore produttivo o commerciale e cittadini , che uniscono le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti per la produzione e l’autoconsumo virtuale e condiviso di energia elettrica da fonti rinnovabili .
Con queste premesse, nell’ambito della costituzione di un progetto di comunità energetica o autoconsumo collettivo, le imprese possono proporsi come capofila dell’iniziativa , mettendo a disposizione le coperture dei propri stabilimenti per realizzare impianti fotovoltaici. Questa soluzione consente di condividere sia l’investimento che i benefici con altre imprese partecipanti, con privati cittadini o con enti pubblici che fanno parte della Comunità Energetica.
Tra i benefici, va ricordato che per le comunità energetiche sono previsti importanti incentivi : per tutta l’energia che viene autoconsumata in maniera collettiva, il GSE eroga una tariffa incentivante per 20 anni , alla quale si aggiunge la compensazione degli oneri non goduti. Per quanto riguarda invece la quota di energia immessa in rete, questa viene ripagata con le tariffe del ritiro dedicato.
Un’ulteriore scelta per i cittadini e le aziende intenzionate ad avviare un percorso per la produzione di energia da fonti rinnovabili è quella di alimentarsi con l’autoconsumo, ovvero con la possibilità di produrre la propria energia, necessaria a soddisfare il proprio fabbisogno energetico.
Quando almeno due consumatori di energia da fonte rinnovabile agiscono collettivamente all’interno dello stesso edificio , possono formare un gruppo di autoconsumo collettivo per produrre, consumare, immagazzinare e vendere l’energia prodotta da un impianto.
Il condominio rappresenta, quindi, una grande opportunità per cogliere i benefici degli incentivi dell’autoconsumo collettivo e iniziare ad autoprodurre energia rinnovabile e condivisa, grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico di tipo condominiale.
Grazie alla configurazione dell’autoconsumo collettivo, infatti, la realizzazione di un impianto fotovoltaico di tipo condominiale , risulta oggi un’opportunità di grande convenienza: l’energia generata, può essere condivisa tra le abitazioni dei singoli condomini, generando benefici economici per tutti. Inoltre sono previsti incentivi e detrazioni fiscali per tutta l’energia che viene autoconsumata collettivamente. E’ previsto infatti, un incentivo per 20 anni erogato dal GSE , al quale si aggiunge la compensazione degli oneri non goduti (sempre in merito all’energia autoconsumata). Per quanto riguarda invece la quota di energia immessa in rete, essa viene riconosciuta con le tariffe stabilite dal ritiro dedicato (RID).
Per autoconsumo si intende l’energica elettrica prodotta da un impianto a energia rinnovabile che non viene immessa nella rete di distribuzione, perché direttamente utilizzata nello stesso luogo in cui viene prodotta dal cliente finale.
E’ definito autoconsumo collettivo il consumo di un gruppo di almeno due auto consumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente e si trovano nello stesso edificio o insieme di edifici che dispongono di un unico punto di connessione alla rete.
Benefici ambientali La produzione di energia da fonti rinnovabili anziché fossili, permette di ridurre le emissioni di CO2 contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal Europeo.
Benefici economici. Riduci il costo degli investimenti iniziale degli impianti grazie al sistema degli incentivi statali cumulabili con l’ecobonus e ai contributi previsti dal PNRR e dal FSER.
Benefici sociali. La condivisione degli incentivi e dei profitti generati dalla Comunità Energetica permette di contrastare la povertà energetica e di contribuire a migliorare le situazioni di disagio dei consumatori a basso reddito.
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