Da un lato ci sono le crisi geopolitiche globali che hanno fatto balzare alle stelle il costo dell’energia. Dall’altro l’emergenza climatica che impone un ripensamento delle attuali politiche energetiche. In mezzo ci sono le sfide di rilancio delle città e i bisogni di chi le abita, a partire dai nuclei famigliari economicamente più vulnerabili, cui gli enti locali sono chiamati a dare risposte urgenti e puntuali.
Le Comunità energetiche rinnovabili (CER) sono fra gli strumenti più promettenti su cui fare leva, perché assicurano un risparmio sui costi energetici e promuovono un percorso di sostenibilità con la partecipazione attiva dei diversi attori sul territorio, a partire dai Comuni.
Ad esse è dedicato il webinar Le comunità energetiche: modelli e strumenti per uno sviluppo sostenibile dei territori, promosso da FastZero per il prossimo 5 maggio a partire dalle ore 14 (la partecipazione è gratuita previa iscrizione a questo link).
Europa, PNRR e Regioni promuovono le CER
L’iniziativa si rivolge a Comuni ed enti locali interessati a conoscere ed approfondire la normativa e i passi concreti per implementare le fonti rinnovabili sul territorio.
Alle Comunità energetiche rinnovabili, infatti, possono partecipare famiglie, enti locali, piccole e medie imprese, scuole, enti religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale, che uniscono le forze per dotarsi di impianti di produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili (principalmente il fotovoltaico).
Il funzionamento è semplice: i membri della comunità producono energia e la consumano secondo le proprie necessità, potendo contare su costi energetici più accessibili, mentre le eccedenze vengono gestite attraverso la redistribuzione o la vendita.
Un processo virtuoso incentivato dal legislatore, che con il Decreto legislativo 199 del 2021, entrato in vigore lo scorso dicembre, ha recepito le Direttive comunitarie delineando una precisa cornice normativa che amplia le potenzialità delle Comunità energetiche. L’estensione di una CER coincide oggi con una cabina primaria di distribuzione, e la potenza di ogni impianto può arrivare fino a 1 MWp.
Questo significa che ad una Comunità energetica possono partecipare anche diversi piccoli Comuni o borghi, uniti nel comune obiettivo di far risparmiare i propri residenti e rilanciare il profilo economico e di sostenibilità del territorio.
Anche il PNRR scommette sulle CER, stanziando 2,2 miliardi di euro a favore di Comuni con meno di 5.000 abitanti, cui si aggiungono i bandi delle diverse Regioni orientati a sostegno della transizione energetica. Regione Lombardia, ad esempio, di recente ha stanziato 22 milioni di euro per far nascere 6.000 Comunità Energetiche Rinnovabili nell’arco dei prossimi 5 anni.
Le Comunità energetiche calate nella realtà
Durante il webinar, che avrà un taglio agile e divulgativo, verranno illustrati i vantaggi delle Comunità energetiche come strumento di risparmio dei costi dell'energia e raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
Con l’aiuto di esperti si capirà come funzionano le CER, come si costituiscono e qual è il ruolo degli enti locali, anche alla luce delle opportunità del PNRR.
Punti chiave che verranno calati nel concreto, con la presentazione di un caso pratico di successo, per “toccare con mano” le opportunità offerte dalla CER e comprendere da dove si comincia per concretizzarle.
L’iniziativa offrirà anche l’occasione per chiarire dubbi e approfondire aspetti di interesse, ponendo direttamente domande agli esperti nello spazio finale del webinar.
Perché sono vantaggiose per i Comuni
Oltre ai benefici economici e ambientali, fra gli aspetti che verranno approfonditi durante il webinar ce n’è uno fondamentale, alla luce dell’aumento delle bollette di energia e gas che sta mettendo in difficoltà molte famiglie.
Dare vita a una CER, infatti, è una scelta dagli importanti risvolti sociali, per contrastare la povertà energetica e far crescere la comunità. I Comuni che investono su impianti di energie rinnovabili possono assicurare la partecipazione nella CER di famiglie a basso reddito, che beneficeranno di risparmi in bolletta, con un sgravio significativo sui bilanci dei nuclei più vulnerabili.
Un meccanismo virtuoso, quello degli impianti condivisi di energia “pulita”, che favorisce un ritorno anche agli enti locali, da destinare a progetti per la crescita del territorio.