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Autoconsumo, una nuova prospettiva per le comunità

Ilaria Bresciani
Autoconsumo, una nuova prospettiva per le comunità

Ormai si sente sempre più parlare di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e Autoconsumo Collettivo (AUC) o Autoconsumo, ma cosa sono veramente e come si diventa parte di una comunità?

In Italia il tema dell’Autoconsumo Collettivo è particolarmente dibattuto dal 2019, quando, col decreto Mille Proroghe, sono state gettate le prime basi, definendo le caratteristiche per poter accedere agli incentivi, per la costruzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili e di Autoconsumo. 

La figura del prosumer (consumer + producer) viene però introdotta a livello europeo dalla direttiva RED II Renewable Energy Directive del 2018, che esplicita la possibilità di autogenerare e autoconsumare energia anche in una collettività,  in una comunità per l’appunto. La RED II entra però in vigore il 15 dicembre del 2021 dando più corpo alle direttive emesse fino a quel momento.

I modelli: CER e Autoconsumo Collettivo

Ci sono principalmente 2 modi per essere autoconsumatore e dipende dalla tipologia di rete (smart grid) alla quale si decide di aderire. C’è una differenza tra Comunità Energetiche Rinnovabili e Autoconsumo Collettivo: 

  • Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono delle comunità di soggetti di diversa natura che aderiscono alla rete smart grid e che condividono l’energia derivante da uno o più impianti (non necessariamente di proprietà di ogni socio ma messo in comune da chi ne detiene la proprietà). Le CER possono anche essere comunità molto grandi formate da più aziende, enti pubblici, III settore e privati cittadini e l’energia in eccesso prodotta dall’impianto viene rivenduta, ripartita tra i membri in ottica no profit oppure inserita in sistemi di stoccaggio.
  • Nell’Autoconsumo Collettivo (AUC), invece, sarà presente un impianto la cui energia verrà utilizzata per alimentare l’edificio/gli edifici collegati alla stessa rete di distribuzione, è il caso per esempio dei condomini che, scegliendo di costruire un impianto sul tetto, alimentano di energia green gli appartamenti facenti parte della stessa palazzina e/o quelli vicini se sono collegati alla stessa rete;
I vantaggi dell’Autoconsumo Collettivo

L’Autoconsumo Collettivo (AUC) è un’altra nuova modalità di fare rete, autoprodurre e consumare energia rinnovabile, principalmente fotovoltaica. 

Il fine ultimo dell’autoproduzione è quello di consumare istantaneamente l’energia prodotta dall’impianto e non generare energia in eccesso ma utilizzarla per alimentare tutto il circuito. 

Prendiamo per esempio una scuola: ogni scuola è formata da più aree che possono trovarsi in edifici vicini ma separati come ad esempio quello adibito alle aule, alla palestra e alla mensa e questi edifici sono tendenzialmente collegati ad uno stesso circuito. Nel momento in cui l’impianto fotovoltaico produce più energia di quella che serve al normale funzionamento delle aule allora potrà essere usata ad esempio per la palestra o per illuminare il cortile andando verso una vera e propria indipendenza energetica green e a km0.

L’alternativa è quella di creare impianti di stoccaggio dell’energia da utilizzare quando la produzione istantanea cala.

Anche un semplice esempio come questo fa capire quanti benefici e innovazione può portare una scelta come quella dell’autoproduzione e consumo ai territori e alle comunità.

Rendere energicamente indipendenti le Comunità è ormai una prospettiva obbligata in quanto la necessità di ridurre l’interdipendenza energetica e da fonti fossili provenienti da altri stati è sempre più impellente e lo è anche la necessità di contrastare le emissioni dannose per l’ambiente nel rispetto dell’ecosistema e per il benessere della comunità. 

Infine, è da ricordare che, grazie ai fondi e agli incentivi europei e ai rimborsi del GSE, questa scelta può essere fatta anche in vista di un tornaconto economico.

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