Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sta per conoscere un importante aggiornamento. Il governo italiano ha infatti predisposto un nuovo schema del decreto "PNRR", che verrà discusso in Consiglio dei Ministri la prossima settimana. Questo nuovo decreto punta a semplificare la realizzazione delle opere previste dal PNRR e a fare spazio al capitolo REPowerEU, ovvero alle opere che permetteranno l'indipendenza dai combustibili fossili.
Di seguito le principali novità.
Appalto integrato e conferenza di servizi
Il decreto prevede di semplificare la procedura di appalto integrato per le opere finanziate dal PNRR, dal PNC e dai Fondi strutturali europei. L'appalto integrato consiste nell'affidamento congiunto della progettazione e realizzazione dei lavori, a patto che il progetto sia redatto secondo le linee guida del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici. La novità è che la conferenza di servizi, prevista dal Decreto Governance, PNRR e Semplificazioni del 2021, verrà svolta in forma semplificata e una volta ottenuti i pareri, verrà dichiarata la pubblica utilità dell'opera.
Partenariato pubblico privato
La bozza del decreto propone di elevare dal 49% al 70% il limite alla quota di contributo pubblico nei contratti di partenariato pubblico privato per progetti di importo fino a 10 milioni di euro. Il nuovo decreto PNRR fissa quindi un nuovo limite numerico.
Rinnovabili, aree idonee e distanze dai beni tutelati
Il decreto prevede di semplificare la procedura per l'installazione fino al 31 dicembre 2025 impianti fotovoltaici di potenza fino a 50 MW e di opere di connessione alla rete elettrica di trasmissione o distribuzione, utilizzando la procedura abilitativa semplificata prevista dall'articolo 6 del D.lgs, 28/2011:
- saranno considerate idonee all’installazione degli impianti rinnovabili tutte le aree in cui sono già installati impianti della stessa fonte e che non sono sottoposte a tutela.
- Il Decreto riduce da 7 chilometri a 3 chilometri la fascia di rispetto tra gli impianti eolici e i beni sottoposti a tutela, mentre per il fotovoltaico resta la fascia di rispetto di un kilometro e i beni tutelati
In questo modo, si mira a favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili, garantendo allo stesso tempo la salvaguardia dei beni culturali e ambientali.