Accordo di Foresta e aree interne

Valeria Chiodarelli
Accordo di Foresta e aree interne

Oltre un terzo del territorio italiano (il 36,7%) è coperto da foreste, per una superficie di circa 11 milioni di ettari: un dato che negli ultimi decenni ha visto valori in costante crescita, con un incremento del 20% dell’ultimo decennio. Un patrimonio fondamentale sotto diversi punti di vista: dalla tutela della biodiversità alla prevenzione del dissesto idrogeologico, dalla valore ecosistemica fino alla capacità di contribuire al contrasto ai cambiamenti climatici, grazie alla capacità di sottrarre il carbonio presente in atmosfera.  

Di queste estensioni, la maggior parte (circa il 66%) è di proprietà privata: una condizione che ha portato, nei secoli, a processi di frammentazione e di frazionamento delle proprietà fondiarie, fino a giungere ai giorni nostri ad un’articolazione delle proprietà dei terreni sempre più suddivisa in piccole particelle, spesso dalla distribuzione non ottimale. Una situazione che  - abbinata ai progressivi processi di spopolamento delle aree montane e interne - contribuisce all’abbandono dei terreni più marginali, ostacolando la gestione sostenibile di questi territori, che potrebbero – al contrario - ospitare funzioni legate alla silvicoltura e alle attività tipiche dell’agricoltura di montagna. 

L’elevata parcellizzazione porta con sé ricadute negative sotto il profilo ambientale, sociale ed economico: per arginare questi processi si sono nel tempo sperimentate e attivate diverse iniziative finalizzate a superare i limiti legati alla frammentazione, attraverso un supporto a forme di associazionismo. 

E’ in questo scenario generale che si inserisce il recente Decreto del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 70 del 23 marzo 2023, che disciplina il modello dell’Accordo di Foresta, uno strumento giuridico negoziale, finalizzato a "valorizzare le superfici pubbliche e private a vocazione agro-silvo-pastorale, nonché per la conservazione e per l'erogazione dei servizi ecosistemici forniti dai boschi". 

Obiettivo di questo strumento di gestione e programmazione del territorio è quello di sostenere lo sviluppo di reti collaborative, per favorire lo sviluppo di sinergie e ricadute positive per una gestione sostenibile del patrimonio forestale. Uno strumento idoneo ad essere applicato in contesti montani, che vede la possibilità di coinvolgere soggetti pubblici e privati per dare vita a filiere virtuose di gestione del territorio, valorizzando la multifunzionalità delle foreste.

L’Accordo di Foresta può essere adottato, su base volontaria, come primo passo verso forme di associazionismo più strutturate, che permettano la realizzazione di azioni concrete sui territori per favorire attività di gestione, trasformazione e commercializzazione, nel rispetto della dimensione ambientale, paesaggistica e comunitaria del territorio. Uno strumento ideato per permettere la gestione di grandi superfici, dove l’intervento del singolo è troppo oneroso e non risulta sostenibile.

Uno strumento utile quindi per favorire un maggior presidio del territorio, che comporta anche ricadute positive in termini occupazionali e di qualità del territorio, grazie alla possibilità di sostenere filiere come quella bosco-legno.

Il provvedimento è stato emanato nella cornice del PNRR dove, nell’ambito dei contratti di filiera, sono previste linee di finanziamento dedicate in coerenza con i principi della Strategia Forestale Nazionale. 


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