Si è tenuta ieri sera presso la sala convegni di Confartigianato Imprese Sondrio, la presentazione del nostro progetto pilota SO.CER per la nascita di una Comunità Energetica Rinnovabile sul territorio della città di Sondrio.
L'iniziativa
Un'iniziativa concreta che vuole essere una best practice replicabile e scalabile in tutta la Valtellina per affrontare il tema dell'efficientamento energetico degli edifici e della produzione e condivisione di energia a Km zero. Una sfida che i principali attori del territorio hanno voluto cogliere, dalle realtà industriali, alla grande distribuzione (Iperal) passando per gli enti locali (comune e provincia) e le imprese del settore trasporti (STPS).
L'obiettivo
L'obiettivo è quello di creare un modello virtuoso che punta a minimizzare il trasporto di energia rendendolo locale attraverso un bilanciamento ottimale tra produzione e consumo dei membri della CER, generando interessanti ricadute e benefici ambientali, economici, sociali ed occupazionali sul territorio. Una business idea basata sul coinvolgimento di enti pubblici, privati ma anche cittadini, condomini, centri sportivi e housign sociale che punta alla creazione di un distretto energetico sostenibile basato sulla produzione, autoconsumo e condivisione di energia pulita tra i membri della CER.
Il presidente di ARERA
A conferma del grande interesse per il progetto, la presenza al tavolo del presidente di Arera, Stefano Besseghini, che ha illustrato l'importanza di puntare sul valore dell'autoconsumo e sulle potenzialità di sviluppo delle fonti rinnovabili oltre che rimarcare le finalità di carattere sociale e ambientale delle Comunità Energetiche Rinnovabili.
Il gruppo di lavoro
"L'ipotesi di progettazione interessa un'ampia fetta di cittadinanza: la cabina primaria di riferimento può coprire la maggior parte del Comune di Sondrio" spiega l'ing. Ilaria Bresciani di Weproject. "Abbiamo individuato i primi edifici e aree su cui realizzare gli impianti di produzione: dalla filiale di Confartigianato, all'Iperal di Via Vanoni piuttosto che gli edifici scolastici del campus e gli impianti sportivi".
"Dal punto di vista della sostenibilità finanziaria" continua l'ing. Matteo Bertoni sempre di Weproject "l'iniziativa potrebbe richiedere un investimento di circa 1,8 milioni di euro per la realizzazione degli impianti, che anche senza contributi esterni, potrebbe essere ripagato in 8-9 anni grazie agli incentivi del GSE".
Un incontro che vuole essere un tavolo di discussione per l'avvio del gruppo di lavoro tra i principali player del territorio per mettere a terra il progetto, a partire dalla presentazione della nostra proposta progettuale.