Il tema delle alluvioni e del rischio idrogeologico è stato recentemente affrontato dall’ISPRA, che ha da poco pubblicato un report dedicato all’analisi del dissesto idrogeologico nei territori soggetti a pericolosità da inondazione e i relativi impatti associati a tali fenomeni.
Di cosa si tratta
Il dissesto idrogeologico è stato definito, nel 1970, come l’insieme di quei processi che vanno dalle erosioni contenute e lente alle forme più consistenti della degradazione superficiale e sottosuperficiale dei versanti, fino alle forme imponenti e gravi delle frane. Il termine ha assunto però nuovi significati comprendendo anche l’insieme di fenomeni riconducibili all’erosione idrica diffusa e profonda, all’arretramento dei litorali, alle alluvioni, alla subsidenza indotta dall’uomo e alle valanghe.
È necessario, quindi, precisare che sebbene le alluvioni siano fenomeni naturali impossibili da prevenire, tuttavia alcune attività antropiche e i cambiamenti climatici contribuiscono ad accrescerne la probabilità di accadimento e ad aggravarne gli impatti negativi.
Risultati
Lo studio effettuato dall’ISPRA ha messo in luce come l’Italia, non solo sia un territorio con un elevato rischio idrogeologico, ma abbia anche un’alta percentuale di popolazione potenzialmente esposta a scenari di allagamento.
In particolare, però, alcune regioni presentano un rischio molto più elevato rispetto alla media nazionale:
- Per quanto riguarda la percentuale di territorio soggetto ad alluvioni, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Calabria presentano una percentuale molto superiore rispetto al livello nazionale fino ad arrivare al 100% del territorio allagabile per le provincie di Ravenna e Ferrara in Emilia Romagna.
- -Per quanto riguarda la popolazione potenzialmente coinvolta in caso di alluvione, la Lombardia si colloca al primo posto come numero di abitanti potenzialmente interessati (più di 9 milioni), mentre l’Emilia Romagna si colloca al primo posto per la percentuale di popolazione coinvolta (69%) rispetto alla popolazione totale residente.
Considerazioni
A seguito di queste analisi risulta fondamentale attuare azioni volte alla gestione del rischio e alla prevenzione, attuando gli obiettivi di riduzione del rischio e le relative misure di prevenzione atte al miglioramento della naturale capacità di infiltrazione del suolo.
Prima di definire le azioni da attuare è necessario, però, definire il Piano di Emergenza Comunale (PEC) che individui in ogni territorio i diversi scenari di rischio in modo da poter agire in modo puntuale e specifico in ogni territorio comunale.
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