Le Comunità Energetiche Rinnovabili: dove installare gli impianti?

Ilaria Bresciani
spaziopolifunzionale

Avviare la costituzione di Comunità Energetica Rinnovabile su un dato territorio è una prospettiva alla quale molti, tra PPAA e Privati, stanno puntando.

I benefici della costituzione di una CER sul proprio territorio sono infatti moltissimi, di tipo ambientale, sociale ed economico.

Il primo passo per la creazione di una CER è valutare quale tipo di impianto per produrre energia rinnovabile sia l’opzione migliore, a seconda delle caratteristiche dell’area scelta e delle potenzialità del territorio. Ogni territorio ha però caratteristiche proprie e quindi una o più fonti rinnovabili più presenti di altre. 

Nell’immaginario comune, le Comunità Energetiche rinnovabili sono spesso associate agli impianti fotovoltaici ma questi sono l’unica opzione possibile per la costituzione di una CER, come spieghiamo anche nel nostro articolo, anche se sono il tipo di impianto normativamente parlando più semplice da installare.

Nel momento della costituzione di una CER, però, spesso l’identificazione dell’area che andrà ad ospitare l’impianto per produrre energia, è un passaggio delicato.

Dove installare gli impianti?

La scelta dell’area su cui installare l’impianto non è una scelta semplice, se si parla, ad esempio, di fotovoltaico, spesso l’installazione su tetti è una soluzione ottima ma non sempre possibile.

Prendendo ad esempio i centri storici, dove gli edifici sono soggetti a vincoli, spesso non è possibile effettuare questo tipo di interventi, che risultano invasivi e vanno ad intaccare l’immagine del luogo, perciò bisogna pensare a delle altre alternative.

Negli spazi urbani, quindi, l’installazione di un impianto può essere problematica se non vi è disponibilità di tetti, quali soluzioni abbiamo, allora?

Ci sono diversi tipi di spazi urbani che, seppur apparentemente fini a se stessi, possono in realtà avere diverse funzioni, si tratta di spazi multifunzionali, di spazi interclusi e di spazi marginali.

Questi luoghi se messi a disposizione della comunità, possono assumere più di una funzione. Pensiamo ad esempio la costruzione di un palazzetto che può essere utilizzato per molteplici scopi, lo svolgimento di diversi sport, allenamenti, lezioni, riunioni e incontri... Questi spazi possono benissimo continuare ad avere la loro funzione ed ospitare, allo stesso tempo, un impianto di rinnovabili.

Allo stesso modo gli spazi interclusi sono luoghi papabili per l’installazione degli impianti, un esempio possono esserlo le rotonde o le coperture di passaggi pedonali. Questi spazi, tendenzialmente, sono spogli e il loro unico fine è quello di svolgere la funzione per cui sono originariamente stati costruiti, è però possibile pensare di installarvi degli impianti così che questi luoghi risultino ancora più utili e in modo che, ai fini della costituzione di un impianto, non venga consumato altro suolo.

Lo stesso concetto è applicabile a quegli spazi urbani considerati marginali, spesso abbandonati al degrado per molto tempo e che non hanno più ricoperto una funzione specifica. Questi spazi possono tornare ad essere di centrale importanza per la comunità e anche molto utili ai fini della Comunità Energetica Rinnovabile se vengono riutilizzati per l’installazione di impianti che producono energia da fonti rinnovabili.

Pensare quindi ad un nuovo approccio per direzionare i cambiamenti da effettuare sullo spazio urbano che siano sostenibili e a lungo termine, può essere anche il punto di partenza per la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili laddove per ora sembra difficile crearne una.

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