La competitività delle imprese oggi passa sempre di più dalla sostenibilità che non è più un concetto astratto, ma rappresenta un tema centrale soprattutto quando si parla di costi dell’energia che gravano sul bilancio delle singole aziende.
Se da un lato i clienti e gli investitori guardano sempre più all'impatto ambientale e sociale di un'azienda quando valutano un prodotto o servizio (ESG), dall’altro i governi nazionali, anche incalzati delle direttive della Commissione Europea, stanno fissando obiettivi sempre più ambiziosi per ridurre entro il 2030 le emissioni di carbonio in atmosfera, mentre le imprese sono alle prese con costi energetici imprevedibili e in aumento.
In questo scenario le Comunità Energetiche Rinnovabili e le iniziative di Auto Consumo Collettivo possono rappresentare un’opportunità per favorire il cambiamento per introdurre un nuovo paradigma: quello di produrre e consumare energia a Km 0, contribuendo nello stesso tempo a ridurre il bilancio energetico delle stesse imprese.
Come?
Grazie alla tecnologia, agli impianti FER e alla normativa (a partire dalla direttiva comunitaria RED II) le imprese possono essere protagoniste nel dare un robusto contributo alla transizione energetica senza che ciò possa incidere sulla loro capacità di produrre e generare valore.
Oggi grazie alle Comunità Energetiche la sostenibilità, non è più soltanto un costo, ma rappresenta un investimento che si ripaga nel tempo contribuendo da un lato a migliorare l’immagine e i processi produttivi dell’azienda, dall’altro rendendo le stesse imprese sempre più competitive, libere e autonome di scegliere e di determinare il proprio profilo energetico a prezzi sempre più vantaggiosi.
Vediamo brevemente come.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili applicate ai distretti industriali
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) industriali, a livello normativo, non sono altro che un insieme di imprese (per lo più PMI) presenti in una determinata area industriale che decidono di mettersi insieme per creare un sistema di produzione, consumo e scambio di energia elettrica attraverso un impianto da fonte rinnovabile, normalmente si tratta di fotovoltaico installato sul tetto del proprio capannone o del proprio edificio.
E’ bene ricordare che non tutte le imprese che aderiscono alla Comunità Energetica Rinnovabile Industriale (adesione che avviene sempre su base volontaria), debbano necessariamente effettuare l’investimento realizzando l’impianto fotovoltaico. Bisogna, infatti, distinguere tra quelle imprese che sono già in possesso di un impianto di produzione dell’energia da fonti rinnovabili (e che vorrebbero fare eventualmente anche un revamping di impianti già esistenti) e quelle che non lo hanno e/o che vorrebbero realizzarlo per il proprio autoconsumo.
Pertanto qualsiasi impresa con o senza l’impianto può far parte della Comunità Energetica Rinnovabile, purché le stesse siano situate in prossimità tra di loro, ovvero che siano all’interno della stessa cabina primaria. Le differenze tra i partecipanti stanno solo nei benefici che ne ricaverebbero a seconda del fatto che le stesse imprese siano solo consumer o prosumer.
Quali sono i vantaggi per le imprese a far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile?
Per favorire questo meccanismo lo stato ha definito una serie di incentivi economici garantiti per 20 anni dalla data della costituzione della Comunità Energetica. Questi incentivi, conosciuti anche come tariffe incentivanti, sono diversi in base alla tipologia del soggetto, produttore e consumatore.
Vediamo nel dettaglio quali sono gli attuali vantaggi economici per una Comunità Energetica Rinnovabile (in attesa del nuovo decreto) o un gruppo di Auto Consumo Collettivo in termini di incentivi (o di tariffe premio) che possono ottenere i partecipanti:
- 100 €/MWh per i gruppi di autoconsumo
- 110 €/MWh per le Comunità Energetiche Rinnovabili.
Questi valori sono calcolati sulla base dell’energia elettrica prodotta e che viene poi ove, per “Energia Condivisa” si intende, in ogni ora, il minimo tra la somma dell’energia elettrica effettivamente immessa e la somma dell’energia elettrica prelevata per il tramite dei punti di connessione.
A queste cifre va sommata quella che si ottiene dall’energia immessa nella C.E. con il Prezzo Zonale Orario, ovvero la:
- restituzione delle componenti definite da ARERA sull’energia condivisa che ammontano a circa 9 €/MWh per le Comunità Energetiche Rinnovabili;
- remunerazione dell’energia immessa in rete attraverso il RID (Ritiro Dedicato);
Non bisogna neppure dimenticare che oltre alle agevolazioni previste dal GSE l’impresa potrà anche accedere alle detrazioni fiscali ove previste dalla legge di bilancio come ad esempio, la legge Sabatini o il credito di imposta derivante dall’acquisto dei beni strumentali nel caso della realizzazione dell’impianto FER (per il privato il recupero è, invece, pari al 50% dei costi di realizzazione di un impianto fotovoltaico sul tetto di un edificio).
Questo permette infatti alle Comunità Energetiche Rinnovabili di ottenere un doppio vantaggio (beneficio) economico: quello delle tariffe incentivanti del GSE sul consumo di energia prodotta e condivisa e quello dell’abbattimento dei costi per realizzare l’investimento stesso.
Ma i benefici prodotti dalle Comunità Energetica Rinnovabile non finiscono qui! Per il solo fatto che le imprese partecipanti producono e consumano un modo virtuale di energia rinnovabile di ottenere una serie di vantaggi che si possono riassumere in tre semplici punti:
- Ritorni economici e d’immagine per tutti i membri partecipanti
- Benefici ambientali per le imprese, per il distretto e per il territorio, con conseguenti riduzioni nell’inquinamento
- Maggiore autonomia dalle fonti fossili e una riduzione della volatilità del costo energetico da esse derivante.
Possiamo quindi concludere che la Sostenibilità non è più un costo. Grazie alla leva finanziaria a 20 anni garantita dallo Stato (attraverso le tariffe premio del GSE e agli altri incentivi) gli investimenti in tecnologia, impianti FER e in attrezzature diventano accessibili anche per le piccole e medie imprese (PMI). Questi investimenti non solo si ripagheranno nel medio lungo periodo ma consentiranno di ridurre sin da subito i costi aziendali, il tutto grazie ad una maggiore efficienza energetica.
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