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Come le Utility possono accelerare le Comunità Energetiche Rinnovabili

Ilaria Bresciani
Come le Utility possono accelerare le Comunità Energetiche Rinnovabili
Comunità Energetiche ad iniziativa della PA

Il supporto alle autorità locali, impegnate nell'incoraggiare lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili e nel realizzarle, richiede una combinazione di competenze che guardano sia alle politiche di sviluppo locale, sia alla conoscenza degli strumenti e della normativa delle Amministrazioni Pubbliche. 

Questo mix di elementi può risultare complesso da interpretare e attuare, specialmente per i comuni di piccole dimensioni, con organici sottodimensionati rispetto alla natura e alla complessità di una CER. Le competenze tecniche, progettuali e amministrative richieste sono ben più ampie di quelle attualmente disponibili.

In relazione a questo scenario, i principali ostacoli identificati da alcuni recenti studi nella realizzazione di Comunità Energetiche  Rinnovabili riguardano:

1. Una burocrazia e un processo operativo ancora troppo complessi, sia nella fase di costituzione che nei rapporti con il GSE (Gestore dei Servizi Energetici),

2. Un modello di configurazione poco scalabile e non standardizzato,

3. Competenze dei gestori, da potenziare e aggiornare,

4. Scarsa propensione all’investimento da parte degli attori potenzialmente coinvolgibili,

5. Limitata disponibilità di impiantisti e di materiali.

 Nonostante siano presenti alcuni esempi di sperimentazione e promozione da parte di soggetti locali, che stanno assumendo un ruolo centrale nello sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili, sono sempre più i Comuni che stanno diventando protagonisti di queste iniziative.  Le amministrazioni comunali sono di fatto chiamate ad avere un ruolo attivo per generare benefici non solo ambientali, ma anche economici e sociali a livello di comunità, derivanti dalla costituzione della CER.

L’interesse per i Comuni verso le CER è stimolato anche dalla possibilità di finanziare la realizzazione di nuovi impianti (che richiedono investimenti iniziali consistenti) attraverso contributi regionali o nazionali, come il PR FESR 21/27 o il PNRR.  L'accesso a tali finanziamenti, tuttavia, potrebbe richiedere tempi più lunghi del previsto, rallentando il percorso di attivazione della CER. 

 Per questo motivo è possibile per il Comune valutare altre opzioni, come il ricorso a risorse proprie o l’avvio di procedure di partenariato pubblico-privato coinvolgendo investitori privati, le ESCO (Energy Service Company) e, soprattutto, le aziende di servizi pubblici (utility).

Le domande su come finanziare l'impianto e chi si occupa della gestione sono solo alcune delle sfide che le comunità energetiche rinnovabili promosse dai comuni devono affrontare.

 Il ruolo delle utility

 In questo contesto, le Utility possono svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere le Comunità Energetiche dei comuni, soprattutto quando gli enti locali mettono a disposizione le aree e/o sono i titolari dell'impianto di produzione che costituisce una comunità energetica. Sebbene al momento non sia ammessa la partecipazione delle aziende del settore energetico come membri delle comunità, le stesse possono comunque accompagnare e facilitare il processo di costituzione e gestione delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Possono assumere il ruolo di "orchestratori" e offrire supporto alle comunità energetiche. 

Infatti, le aziende del settore energetico possono mettere a disposizione i propri impianti, tramite uno dei membri della comunità o un soggetto terzo. Inoltre, possono fornire servizi tecnici come vendita, installazione e manutenzione, nonché supporto amministrativo, contrattuale e gestionale. 

Questi servizi possono facilitare la creazione di comunità energetiche "sostenibili" dal punto di vista economico. 

 Perché le utility possono fare la differenza per le Comunità Energetiche promosse dai comuni

 Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano un nuovo settore di business per le grandi utility, attraverso modelli improntati alla formula del Partenariato Pubblico Privato (PPP), garantendone la gestione operativa e mettendo a disposizione le proprie competenze per coloro che ne hanno bisogno, sfruttando anche la loro conoscenza delle dinamiche di mercato.

 Il PPP a iniziativa pubblica è regolamentato dall'articolo 183, commi 1-14 del D.Lgs 50/2016 ed è un'operazione "off balance" che può generare effetti positivi sul bilancio del Comune interessato a realizzare un investimento o un servizio a beneficio della collettività. Inoltre, l'orientamento regolatorio definito da ARERA, aperto alla consultazione ad agosto 2022, prevede che la comunità energetica abbia la possibilità di delegare il proprio ruolo di referente a un soggetto terzo. In questo contesto, gli operatori energetici possono contribuire allo sviluppo di un nuovo ecosistema virtuoso per tutti, offrendo competenze specifiche nel settore dell'energia.

In questo contesto normativo, le utility possono dunque fornire supporto tecnico, amministrativo e gestionale, facilitando l’implementazione delle comunità energetiche. 

Le utility possono anche agire come intermediari tra le comunità energetiche e gli attori del mercato energetico, facilitando la vendita dell'energia prodotta e creando opportunità di partnership e collaborazione con altri attori del settore.

Il coinvolgimento attivo delle utility può contribuire a creare un nuovo ecosistema virtuoso, fornendo benefici ambientali, economici e sociali a livello locale.

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